Gaggioli accusa Armstrong, "Nel '93 pagò centomila dollari perché lo lasciassi vincere"
L'ex ciclista Roberto Gaggioli, in un'intervista a corriere.it, accusa Lance Armstrong di aver pagato centomila dollari per vincere una corsa:
"Era l'ottobre del 1993 quando un giovane collega americano mi consegnò un panettone in confezione regalo augurandomi "Merry Christmas" e andò via. Nella scatola centomila dollari in biglietti di piccolo taglio. Quel collega era Lance Armstrong".
Quei soldi erano parte della ricompensa per la Million Dollar Race, una gara corsa nella primavera del '93, che comprendeva tre giorni di gara ed un milione di dollari, messi in palio dalla catena farmaceutica Thrift Drug, per l'atleta che fosse risultato il migliore al termine delle tre prove.
"È passato tanto tempo, ora posso parlare. Lance mi avvicinò prima del via. Disse che la mia squadra, la Coors Light, era d'accordo e mi parlò del compenso: centomila dollari. Capii che tutto era già deciso. A due giri dalla fine entrai nella fuga buona con Lance, Bobby Julich e alcuni italiani della Mercatone. A un segno di Lance mi voltai e feci finta di non vederlo scattare. Vinse per distacco".
Armstrong trattò anche con gli altri italiani della Mercatone Uno (ovvero Biasci, Canzonieri, Donati e Pelliconi) perché non lo inseguissero al momento dello scatto. Alla fine pagò ben cinquanta milioni di lire alla Mercatone. "Guadagnammo più noi in un giorno che i nostri compagni in tre settimane al Giro d'Italia", afferma Biasci a corriere.it.
"Era l'ottobre del 1993 quando un giovane collega americano mi consegnò un panettone in confezione regalo augurandomi "Merry Christmas" e andò via. Nella scatola centomila dollari in biglietti di piccolo taglio. Quel collega era Lance Armstrong".
Quei soldi erano parte della ricompensa per la Million Dollar Race, una gara corsa nella primavera del '93, che comprendeva tre giorni di gara ed un milione di dollari, messi in palio dalla catena farmaceutica Thrift Drug, per l'atleta che fosse risultato il migliore al termine delle tre prove.
"È passato tanto tempo, ora posso parlare. Lance mi avvicinò prima del via. Disse che la mia squadra, la Coors Light, era d'accordo e mi parlò del compenso: centomila dollari. Capii che tutto era già deciso. A due giri dalla fine entrai nella fuga buona con Lance, Bobby Julich e alcuni italiani della Mercatone. A un segno di Lance mi voltai e feci finta di non vederlo scattare. Vinse per distacco".
Armstrong trattò anche con gli altri italiani della Mercatone Uno (ovvero Biasci, Canzonieri, Donati e Pelliconi) perché non lo inseguissero al momento dello scatto. Alla fine pagò ben cinquanta milioni di lire alla Mercatone. "Guadagnammo più noi in un giorno che i nostri compagni in tre settimane al Giro d'Italia", afferma Biasci a corriere.it.
Gaggioli accusa Armstrong, "Nel '93 pagò centomila dollari perché lo lasciassi vincere"
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